Tab Article
In questo volume sono riunite le "poesie approvate" di Alessandro Guidi (1650-1712), e precisamente la favola pastorale Endimione, la cantata Dafne, le Rime, i tredici sonetti e la versione di Sei omelie latine di Clemente XI. Tali opere rappresentano nella maniera più completa il Guidi arcade o, piuttosto, esponente e "altoparlante" ufficiale dell'Arcadia nelle sue tensioni più solenni e grandiose, sul fondamento, evidente anche a livello di poetica, di un caratteristico e caratterizzante pindarismo cristiano e cattolico, in relazione diretta con i presupposti ideologici dell'Accademia romana. Questo pindarismo si manifesta soprattutto nelle Rime, le quali si configurano come dei discorsi alati ed eloquenti, retoricamente ben congegnati e luministicamente risolti in sequenze d'immagini di sicuro effetto sugli uditori: poiché la lirica guidiana è destinata essenzialmente alla declamazione e presuppone la presenza di un determinato pubblico. Le Rime alternano alla celebrazione "eroica" dei potenti dell'epoca il canto mesto e desolato, e poeticamente più intenso, della "vanità de' pensieri umani" (cui si collega il motivo dell' "illusione" d'amore, presente nel migliore e più noto dei sonetti); e hanno una particolare importanza culturale e letteraria, anche perché in parecchie di esse è sperimentato quel nuovo metro della "canzone libera" che sarà poi tanto felicemente usato dal Leopardi nei Canti.